lunedì 6 agosto 2012

Mediazione familiare

A chi si rivolge la mediazione familiare?
  • Alle coppie in via di separazione o divorzio che intendono affrontare gli aspetti pratici legati allo scioglimento del loro legame affettivo.
  • Ai genitori che devono ricostruire il nuovo assetto famigliare.
  • Alle coppie senza figli che intendono negoziare la futura riorganizzazione patrimoniale.
  • Alle coppie già separate o divorziate che intendono rivedere i propri accordi.
In queste occasioni i coniugi sono aiutati a mantenere la continuità del loro ruolo di genitori, a minimizzare le conseguenze negative della rottura famigliare e a proteggere gli interessi e il benessere dei figli.

L'accordo raggiunto è frutto della volontà della coppia.
E' un processo informale e collaborativo che ha per obiettivo quello di assistere le parti affinché raggiungano un accordo rispondente ai propri bisogni, ai propri interessi e a quelli di tutti i membri coinvolti.

Il mediatore NON propone, NON consiglia, NON giudica.
Il suo ruolo NON è quello di influenzare le parti verso una soluzione o l'altra.
Il mediatore conosce semplicemente gli strumenti per facilitare l'accordo.

Si parte, in genere, da un disaccordo per arrivare a un accordo di cui solo le parti sono responsabili.
La strada che porta all’accordo è spesso faticosa, fatta di slanci, verso la comprensione di quello che si vuole per noi e/o per i figli e di marce indietro, talvolta impreviste e imprevedibili, che chiudono la possibilità di comprendere. Per questa ragione si parla di “processo” di mediazione, volendo evidenziarne la caratteristica di percorso che parte da un punto, il conflitto, e che va nella direzione di un altro punto, gli accordi, il cui esito è sconosciuto a tutti e tre i partecipanti.
Il mediatore è colui che accompagna le parti in questo “processo”, nel ruolo di terzo rispetto al conflitto, facilitando la comunicazione; non esplora aspetti del passato della coppia, ma solo quelli presenti e orientati al futuro.
Il mediatore non prende posizione nel conflitto, è equidistante pur nel rispetto del principio di “equivicinanza”.

La mediazione familiare è una procedura complementare o alternativa alla lite legale e ad altre forme di assistenza terapeutica o sociale, in cui una terza persona imparziale, qualificata e con una formazione specifica, chiamata mediatore, agisce per incoraggiare e per facilitare la risoluzione di una disputa fra due o più parti.

E’ un processo informale, non basato sul piano antagonista vincitore-perdente, che ha per obiettivo quello di assistere le parti affinché raggiungano un accordo rispondente ai propri bisogni, ai propri interessi e a quelli di tutti i membri coinvolti.
L’accordo raggiunto dovrà essere volontario, mutuabile accettabile e durevole.
In mediazione l’autorità decisionale resta alle parti.

La Mediazione familiare e il suo ambito di applicazione

Indica la mediazione di questioni familiari, includendovi rapporti tra persone sposate e non (conviventi more uxorio, genitori non coniugati), con lo scopo di facilitare la soluzione di liti riguardanti questioni relazionali e/o organizzative concrete, prima, durante e/o dopo il passaggio in giudicato di sentenze relative tra l’altro a:
-dissoluzione del rapporto coniugale;
- divisione delle proprietà comuni;
- assegno di mantenimento al coniuge debole o gli alimenti;
- responsabilità genitoriale condivisa;
- esercizio della potestà genitoriale;
- residenza principale dei figli;
- visite ai minori da parte dei nonni;
che implicano la considerazione di fattori emotivo relazionali, con implicazioni legali, economiche e fiscali.





L’obiettivo sostanziale del lavoro di mediazione, mancando il quale ogni decisione e accordo rischia di avere vita breve e stentata, è che le parti riescano a ripristinare un canale di comunicazione tra loro che consenta, nel presente e nel futuro, il costituirsi di una sorta di zona franca, di area della relazione sgombra dal conflitto, in cui insediare e alimentare la necessità e la possibilità di occuparsi ad esempio dei figli a dispetto del disgiungersi delle storie personali.
Uno degli obiettivi principali della mediazione familiare infatti è il raggiungimento della co-genitorialità o bi-genitorialità ovvero la salvaguardia della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli, in special modo se minori.

Tra le abilità del mediatore emergono:
  • l’empatia, capacità di riuscire a sentire il mondo personale della persona che si ha davanti come se fosse il nostro mondo.
  • l’accettazione incondizionata, la persona viene accettata senza cadere nella valutazione, in quanto individuo unico, distinto, specifico e con esperienze e sentimenti personali. Significa inoltre provare un interesse sincero per l’altro senza pretendere niente in cambio.
  • l’imparzialità, non lasciarsi coinvolgere e prendere le parti dell’uno o dell’altro.

    E’ bene sapere che

    La mediazione familiare non è necessariamente rivolta alle coppie che hanno già deciso di separarsi: in quanto servizio di aiuto in caso di conflittualità familiare, possono recarsi dal mediatore tutti coloro che vivono una situazione di conflitto in famiglia e che sentono il bisogno di trovare uno spazio neutro in cui confrontarsi per chiarire la propria posizione, le proprie idee.



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