- Alle coppie in via di separazione o divorzio che intendono affrontare gli aspetti pratici legati allo scioglimento del loro legame affettivo.
- Ai genitori che devono ricostruire il nuovo assetto famigliare.
- Alle coppie senza figli che intendono negoziare la futura riorganizzazione patrimoniale.
- Alle coppie già separate o divorziate che intendono rivedere i propri accordi.
L'accordo raggiunto è frutto della volontà della coppia.
E' un processo informale e collaborativo che ha per obiettivo quello di assistere le parti affinché raggiungano un accordo rispondente ai propri bisogni, ai propri interessi e a quelli di tutti i membri coinvolti.
Il mediatore NON propone, NON consiglia, NON giudica.
Il suo ruolo NON è quello di influenzare le parti verso una soluzione o l'altra.
Il mediatore conosce semplicemente gli strumenti per facilitare l'accordo.
Si parte, in genere, da un disaccordo per arrivare a un accordo di
cui solo le parti sono responsabili.
La strada che porta all’accordo è spesso faticosa, fatta di
slanci, verso la comprensione di quello che si vuole per noi e/o per
i figli e di marce indietro, talvolta impreviste e imprevedibili, che
chiudono la possibilità di comprendere. Per questa ragione si parla
di “processo” di mediazione, volendo evidenziarne la
caratteristica di percorso che parte da un punto, il conflitto, e che
va nella direzione di un altro punto, gli accordi, il cui esito è
sconosciuto a tutti e tre i partecipanti.
Il mediatore è
colui che accompagna le parti in questo “processo”, nel ruolo di
terzo rispetto al conflitto, facilitando la comunicazione; non
esplora aspetti del passato della coppia, ma solo quelli presenti
e orientati al futuro.
Il mediatore non
prende posizione nel conflitto, è equidistante pur nel rispetto del
principio di “equivicinanza”.
La mediazione
familiare è una procedura complementare o alternativa alla lite
legale e ad altre forme di assistenza terapeutica o sociale, in cui
una terza persona imparziale, qualificata e con una formazione
specifica, chiamata mediatore, agisce per incoraggiare e per
facilitare la risoluzione di una disputa fra due o più parti.
E’ un processo
informale, non basato sul piano antagonista vincitore-perdente, che
ha per obiettivo quello di assistere le parti affinché raggiungano
un accordo rispondente ai propri bisogni, ai propri interessi e a
quelli di tutti i membri coinvolti.
L’accordo
raggiunto dovrà essere volontario, mutuabile accettabile e durevole.
In mediazione
l’autorità decisionale resta alle parti.
La Mediazione familiare e il suo
ambito di applicazione
Indica la mediazione di questioni
familiari, includendovi rapporti tra persone sposate e non
(conviventi more uxorio, genitori non coniugati), con lo scopo di
facilitare la soluzione di liti riguardanti questioni relazionali e/o
organizzative concrete, prima, durante e/o dopo il passaggio
in giudicato di sentenze relative tra l’altro a:
-dissoluzione del rapporto coniugale;
- divisione delle proprietà comuni;
- assegno di mantenimento al coniuge
debole o gli alimenti;
- responsabilità genitoriale
condivisa;
- esercizio della potestà genitoriale;
- residenza principale dei figli;
- visite ai minori da parte dei nonni;
che implicano la considerazione di
fattori emotivo relazionali, con implicazioni legali, economiche e
fiscali.
L’obiettivo sostanziale del lavoro di
mediazione, mancando il quale ogni decisione e accordo rischia di
avere vita breve e stentata, è che le parti riescano a ripristinare
un canale di comunicazione tra loro che consenta, nel presente e nel
futuro, il costituirsi di una sorta di zona franca, di area della
relazione sgombra dal conflitto, in cui insediare e alimentare la
necessità e la possibilità di occuparsi ad esempio dei figli a
dispetto del disgiungersi delle storie personali.
Uno degli obiettivi principali della
mediazione familiare infatti è il raggiungimento della
co-genitorialità o bi-genitorialità ovvero la salvaguardia della
responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli, in
special modo se minori.
Tra le abilità del mediatore emergono:
- l’empatia, capacità di riuscire a sentire il mondo personale della persona che si ha davanti come se fosse il nostro mondo.
- l’accettazione incondizionata, la persona viene accettata senza cadere nella valutazione, in quanto individuo unico, distinto, specifico e con esperienze e sentimenti personali. Significa inoltre provare un interesse sincero per l’altro senza pretendere niente in cambio.
- l’imparzialità, non lasciarsi coinvolgere e prendere le parti dell’uno o dell’altro.E’ bene sapere cheLa mediazione familiare non è necessariamente rivolta alle coppie che hanno già deciso di separarsi: in quanto servizio di aiuto in caso di conflittualità familiare, possono recarsi dal mediatore tutti coloro che vivono una situazione di conflitto in famiglia e che sentono il bisogno di trovare uno spazio neutro in cui confrontarsi per chiarire la propria posizione, le proprie idee.
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